La mecca del Bordeaux

di Filo novembre 2, 2010

L'articolo originale lo trovi sul sito di Viaggiare è uno stato mentale


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Risveglio gelido quello di questa mattina. Il solito cielo acciaio di accoglie all’uscita dall’hotel. La temperatura non supera i 7 gradi e le previsioni metereologiche viste ieri sera alla tv non hanno niente a che vedere con la realtà.
Cerchiamo comunque di non abbatterci, oggi è l’ultimo giorno di permanenza e sarebbe un peccato rovinare l’intero viaggio per colpa della meteo.
Dopo un breve passaggio per il centro di Libourne, raggiungiamo la meta di questa giornata, Saint-Emilion, in pochi minuti. Questo antico borgo medioevale infatti si trova ad un paio di chilometri ad est di Libourne e ad una quarantina da Bordeaux.
Già censito nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità, Saint-Emilion si sviluppa sulle pendici di una collina nella Valle della Dordogna, la caratteristica peculiare di questo centro è la produzione vinicola, infatti appena ci si inoltra nelle campagne il paesaggio acquista un’unica conformazione: viti a perdita d’occhio. Il panorama è veramente impressionante. Decine e decine di cantine, “chateau” come d’oso locale, si spartiscono ogni angolo di terreno per la coltivazione della vite. Ogni vigna è etichettata con la rispettiva tabella che ne identica l’appartenenza e a sancire l’importanza quasi divina del prodotto, ogni tenuta è quasi sempre racchiusa da muretti di tufo. Non tutta la produzione è ancora stata raccolta ed alcuni agricoltori sono ancora al lavoro per la vendemmia.
Ma lasciata la statale in pochi minuti si raggiungono le pendici del borgo, parcheggiamo in una dei tanti spazi predisposti e ci lasciamo ad una delle pratiche che a noi viene meglio: perderci per le via di un paese.
Saint-Emilion è completamente costruito di pietra, a partire dall’acciottolato delle strade, alle mura delle case, fontane e porticati, insomma una delizia per i nostri occhi. Come tutti i borghi arroccati su un’altura anche questo offre scorci dal basso e dall’alto veramente emozionanti, ma più di ogni altra cosa rimaniamo colpiti dal numero di esercizi commerciali che vendono vino, anzi siamo più precisi, qui ci sono solo 2 tipologie di esercizi commerciali: l’enoteca e il ristorante/bistrot/brasserie. Viene da chiedersi se gli abitanti mangino mai in casa…

Non è infatti importante che ci troviamo in una piazzetta o in erto vicolo piuttosto che in una corte, ad ogni angolo le offerte per lo “spirito” ed il “corpo” sono innumerevoli. Ben presto dimentichiamo l’aria gelida e ci godiamo la tranquillità e il sapore di queste stradine che vagamente ricordano la nostra toscana.
Arriva anche per noi l’ora di pranzo e la scelta, nonostante l’offerta sia impressionante come numero, si fa piuttosto ardua. Infatti la necessità primaria è quella di tornare a casa con qualche soldo in tasca e ad una prima occhiata i menù esposti non promettono niente di buono. Dopo aver gironzolato per venti minuti optiamo per “Le Bouchon” un ristorantino in place du Marché.
Già sappiamo che dovremo pagare pegno e quindi l’unico ritegno che abbiamo è sul vino che ci vede costretti a scegliere l’unica, mezza, bottiglia abbordabile a 17 euro, tutto il resto dai 60 euro in su. Insomma assolutamente fuori budget, ma non per questo ne siamo amareggiati, l’importante è non farsi portare la boccia prezza a 3.000 euro :)
Dopo 40 minuti usciamo pieni e soddisfatti del mangiato e del pagato (75 euro per un’antipasto, 2 secondi, 2 dolci e la mezza bottiglia). Ho visto di peggio.

Inutile affrontare ancora le salite del borgo, lo stomaco reclama ozio e così ci dirigiamo alla macchina, è quasi ora di andare all’aeroporto e lasciare ai ricordi questi splendidi 4 giorni.

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2 risposte a “La mecca del Bordeaux”

  1. luciano ha detto:

    blog con articoli molto interessanti! complimenti per il racconto!! :)

  2. Filippo Macchi ha detto:

    Grazie Luciano, ho letto solo ora il tuo commento quindi scusa per il colossale ritardo nella risposta.