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Cap Ferret

di Filo ottobre 29, 2010

L'articolo originale lo trovi sul sito di Viaggiare è uno stato mentale


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Risveglio gelido ad Arcachon, ad un cielo limpido si accompagna una temperatura a cui proprio non siamo ancora abituati e l’effetto wind-chill non può che peggiorare la situazione. Infatti fin dalla prima mattina soffia un vento teso e freddo da nord, la luce di queste prime ore della giornata è semplicemente spettacolare.
Di buon ora ci rechiamo al molo per capire se possiamo usufruire del ferry per andare direttamente a Cap Ferret, ma dopo aver intravisto le imbarcazioni decidiamo di abbandonare subito l’impresa per la sempre amata automobile. Sono da poco passate le dieci quando lasciamo Arcachon in direzione Ares, 45 chilometri di strada attraverso una miriade di piccolini paesini che si sviluppano lungo le rive del bacino di Arcachon, tutti uguali tra loro ma pur sempre affascinanti per la loro architettura. Queste casette così lontane dal nostro abituale condominio non possono che catturare la nostra immaginazione sognando sistemazioni migliori di quelle odierne.
Giunti ad Ares si “scollina” e si comincia a scendere verso sud, verso Cap Ferret. Il promontorio che via via va delineandosi scopriamo essere costellato da centinaia di residenze, probabilmente estive. Rimaniamo veramente sorpresi in quanto dalle cartine, ad una prima occhiata, sembrava una zona “disabitata”.
Giungiamo finalmente a Cap Ferret verso mezzogiorno e scopriamo subito che il faro che vogliamo visitare in questo periodo apre solo il mercoledì e la domenica ma dalle 14 in poi.
La giornata è veramente stupenda e decidiamo di sfruttare questo sole così caldo per passare qualche momento in spiaggia. Qui l’attività velistica è veramente molto sviluppata, del resto la presenza quasi costante del vento non può che favorire la pratica. E’ incredibile il numero di imbarcazioni ormeggiate nei pressi della spiaggia.
All’orizzonte finalmente notiamo la duna di Pyla sulla quale solo ieri eravamo in cima, ma da questa prospettiva si può apprezzare tutta la sua vastità. E’ veramente un pugno nell’occhio tutto quel giallo immerso nel verde della vegetazione.
Dopo aver spiluccato qualcosa in un ristorantino nei pressi del faro, arriva finalmente il momento della visita che espletiamo in una mezzora, foto di rito, veduta dall’alto e pronti per la ripartenza. Ci aspettiamo oltre 100 chilometri e i bimbi danno segni d’impazienza.
Ci mettiamo in marcia che sono giusto le quattro del pomeriggio e ci immergiamo nel traffico di rientro verso Bordeaux, del resto oggi è domenica ed anche i francesi hanno pensato bene di sfruttare questa giornata per godersi il mare ed il sole.
Giungiamo a Libourne che sono quasi le 6 e ci sistemiamo in un albergo ad un paio di chilometri dalla città, domani è giorno di rientro ma non prima di aver visitato la mecca del vino: Saint Emilion.

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