L'articolo originale lo trovi sul sito di Viaggiare è uno stato mentale
Dopo una notte un po’ agitata, ci svegliamo alle 8. Il cielo è leggermente velato e dalle nubi che corrono si capisce chiaramente che oggi sarà una giornata un po’ ventosa.
Dopo una colazione da campioni, partiamo alla volta di Innechen (San Candido) per una vasca e qualche acquisto di rito. Il paese come sempre è stupendo e nonostante il vento gelido che infingardo si infila in ogni anfratto, ci godiamo un’oretta abbondante a zonzo per le vie del centro. Al ritorno avremo fatto il pieno di tisane, miele, cioccolata, marmellata, insomma come sempre ci lasciamo mezzo patrimonio, ma pur di portare a casa un pezzettino minuscolo di questo mondo, farei qualsiasi cosa.
Il tempo scorre veloce e il cielo lentamente di ingrigisce. Ritorniamo verso la valle di Braies e su su verso Ponticello per arrivare poi in pochi chilometri a Prato Piazza (2000 mt.).
Qui la coltre di neve è veramente notevole, ed ogni volta che lo vedo di questo candore, non posso fare a meno di pensare ai tanti picnic che ogni estate facevamo sui prati di questo altopiano. E’ un mondo dalle due facce ben distinte. D’estate il caldo del sole, il profumo dei fiori e dell’erba, il rumone delle vacche al pascolo; d’inverno il silenzio, il freddo pungente del vento, il biancore diffuso quasi accecante. Non saprei dire quale delle due versioni sia meglio… Probabilmente bisognerebbe vivere qui per poter esprimere un giudizio obiettivo.
Ci incamminiamo verso il rifugio Vallandro che si trova dalla parte opposta dell’altipiano.
Il panorama assume conformazioni spettrali con questa luce velata. Il sole fatica ad uscire dalle nubi e solo verso la cresta di confine le cime sono pienamente illuminate, guardando a sud invece si ha di fronte una sola massa grigia uniforme, quasi una tempesta a vederla da qui. Le forme dai rilievi così tonde e smussate dalla neve, perdono completamente profondità e si ha quasi la sensazione di navigare in alto mare, un po’ spaesati ma al tempo stesso estasiati da cotanto splendore.
Il tempo stringe alle quattro abbiamo appuntamento con la sauna della pensione, ritorniamo alla macchina velocemente e giunti al parcheggio io e Lavi decidiamo di scendere a Ponticello con lo slittino, esperienza già fatta qualche anno fa. Ci lanciamo giù nella foresta lungo la pista per i fondisti, non si potrebbe fare ma del resto è stata proprio la signora Dora a suo tempo a dirci di scendere in questo modo. Fatto sta che la pista si sviluppa all’interno della foresta di abeti che dal fondo valle sale fino in quota. Scendiamo veloci una curva dopo l’altra, anche altri temerari stanno affrontando la discesa, ma probabilmente è la prima volta e un po’ di timore lo hanno. Noi invece sfrecciamo senza paura verso il basso e in soli 4 minuti guadagnamo il parcheggio di Ponticello, molto prima di Gomes e Cristina che stanno scendendo in macchina.
Puntualissimi alle quattro siamo in sauna per un po’ di sano relax. Fuori le ombre stanno guadagnando il loro terreno sulle ultime luci del giorno. La temperatura sta scendendo di nuovo molto velocemente. E’ il tempo delle tisane calde e dei piumoni, un buon libro, magari seduti vicino alla stube. Per me è impossibile esprimere le emozioni che queste giornate mi lasciano, rimangono solo un ricordo da tirare fuori in futuro per giore ancora una volta di posti e persone stupende.