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Parigi vestita a festa

di Filo gennaio 3, 2011

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Finalmente ci siamo ed anche questo 2010 sta volgendo al termine. Lo zainetto, con il minimo indispensabile, è pronto. I biglietti sono stampati. Abbigliamento polare pronto.

Non rimane che imbarcarci per Milano dove ci attende il treno notturno per Parigi.

Viaggio tranquillo nonostante qualche decina di minuti di ritardo, ma va bene così, passeremo meno tempo al freddo della gelida stazione milanese. Un breve spuntino con un panino verso le 22 in attesa di imbarcarci. Finalmente arriva il nostro treno!

Una volta trovata la nostra cuccetta comincia la difficile operazione di sistemazione del letto, sopratutto se si tratta della cuccetta a soffitto :)

Passiamo una notte relativamente tranquilla e calda e alle 9,30 scendiamo puntuali alla stazione di Paris Bercy dove ci aspetta un’abbondante colazione a base di croissant, succo di frutta e tè.

Parigi

Parigi come sempre, almeno per noi, si presenta nella sua veste meno luminosa. Un cielo plumbeo incombe minaccioso sulla città e un vento gelido spazza le strade. Pare che da un momento all’altro debba succede il finimondo, ma noi non ci scoraggiamo, del resto oggi è l’ultimo giorno dell’anno quindi gambe in spalle e via a zonzo per la città.

Parigi

La prima sosta la facciamo nel quartiere di Montmartre che non tradisce mai. Nonostante le orde di turisti che accalcano la piazzetta degli artisti e la basilica del Sacré-Coeur, riusciamo a ritagliarci qualche scorso davvero notevole in compagnia della solitudine. E’ sufficiente infatti allontanarsi qualche metro dai simboli cult del quartiere per ritrovarsi soli e godere appieno dell’atmosfera bohemien che si respira tra le viuzze.

La città è completamente immersa in una cappa di nuvole, tanto che dalla sommità della scalinata della basilica del Sacré-Coeur non si vede la minima ombra della Tour Eiffel.

Parigi

Dopo un paio d’ore e un pranzetto a base di baguette, è il momento di salutare la collina di Montmartre e tornare verso il centro città, non senza aver prima fatto una capatina a Pigalle, il quartiere red-light di Parigi. In pochi minuti di metrò siamo sull’isoletta Ile de la Cité per godere dello spettacolo della cattedrale di Notre-Dame. Entrare per una visita non se ne parla nemmeno, la fila di turisti è chilometrica.

Parigi

Ci accontentiamo di un giretto nel comparto della costruzione e sul lungo Senna attiguo. Lasciamo velocemente l’isola per dirigerci ai Champs de Mars e dare un’occhio ad uno dei tanti simboli di questa fantastica città: le Tour Eiffel.

Anche qui milioni di turisti affollano i piloni per la salita alla torre nonostante l’ultimo piano sia chiuso e come se non bastasse, siamo assaliti da orde di venditori che tartassano ogni turista cercando di vendergli una miniatura della torre. Ormai siamo piuttosto sgamati con questo tipo di persone, ma l’insistenza e la presenza capillare sul territorio, ci stanca/disturba parecchio.

Parigi

In definitiva la torre a quest’ora della giornata e con questo tempo non offre nessuna emozione se non la sua imponenza. Lasciamo quindi il simbolo di questa città alle spalle e percorriamo il lungo Senna in direzione Place de la Concorde.

La Senna dopo le precipitazioni della settimana scorsa è in piena, e molte banchine sono allagate. E’ un vero spettacolo questo serpente marrone che si muove sinuoso da un ponte all’altro trascinando verso il mare sogni, emozioni, desideri…

Dopo una bella camminata di qualche chilometro, giungiamo sugli Champs-Elysées. Le luci sono ancora spente, ma i turisti no.

Infatti se pensavamo di aver visto molti turisti durante la mattinata ora dobbiamo ricrederci. Qui è un delirio di gente che va in ogni direzione. Chi per gli ultimi acquisti. Chi sogna davanti ad una vetrina griffata un acquisto che forse non potrà mai fare. Chi chiede l’elemosina sperando nello spirito natalizio. Chi come noi si aggira senza meta cercando semplicemente un luogo caldo dove fare una sosta e magari sorseggiare un caffè caldo.

La frenesia della gente unita a quella delle macchine ai clacson ai semafori è semplicemente una bolgia infernale con solo uno sfondo meno pauroso che le fiamme degli inferi. Da una parte infatti svetta l’Arc de Triomphe dall’altra l’enorme ruota panoramica in Place de la Concorde.

Parigi

La notte cala velocemente, la frenesia delle ultime ore aumenta e le luci si accendo in una sfavillante festa colorata. Le Champs-Elysées ci appaiono in tutta la loro maestosità. Ogni albero è illuminato a festa e la ruota, là in fondo, completamente bianca sembra un grande orologio messo lì a scandire gli ultimi minuti che ci separano dal nuovo anno.

Parigi

Parigi

I negozi cominciano a chiudere e con nostra sorpresa le vetrine vengono lentamente protette con assi di legno o pannelli di compensato. Sembrano i preparativi per una guerra!?

Agli incroci si cominciano a notare i cellulari della polizia e capannelli di agenti in tenuta anti-sommossa sono radunati probabilmente per l’ultimo brief prima della festa-battaglia.

Percorriamo tutto il viale districandoci tra la folla che comincia ad affluire sempre più numerosa. Abbiamo fame ma qui è praticamente impossibile trovare una sistemazione adatta alle nostre finanze. Decidiamo quindi di tornare verso la Torre e addentrandoci nelle vie che costeggiano la Senna troviamo la nostra brasserie dove consumare il “cenone”. Due ore scarse di caldo con un buon Bordeaux nello stomaco ci restituiscono alla strada pimpanti come non mai. In breve siamo ai piedi della Torre, manca solo un’ora e mezza alla fine di questo 2010.

Ci sono tantissime persone, sembra che tutto il mondo sia venuto qui stasera. Basta tendere l’orecchio infatti per sentire una lingua diversa dall’altra e come contorno i venditori che quest’oggi spacciavano le miniature della Torre ora spacciano bottiglie di spumante ad 1 euro.

Ci facciamo qualche risata e in assoluto silenzio arriviamo alla mezzanotte. Ma sarà poi mezzanotte? Il dubbio rimane perchè qui non c’è nessun countdown, nessuna organizzazione, nessun spettacolo pirotecnico. Valli te a capire sti francesi.

Parigi

Ah sì ora è mezzanotte, la torre luccica come fa del resto ad ogni ora. Quindi ci siamo. Stappiamo la nostra bottiglia di Champagne, brindiamo felici a questo anno che se ne va ed ad un altro che comincia in una continuità che è nella naturale vita delle cose ma che noi cerchiamo sempre di rinchiudere in uno schema di 365 giorni, 52 settimane, 12 mesi…

Parigi

Parigi, anche se vista di corsa in un solo giorno, ha sempre il suo fascino e forse questo cielo sempre così cupo e carico di pioggia restituisce alla città quell’aura misteriosa ed affascinante che fa di ogni luogo “il luogo”. Prima o poi però un po’ di sole vorremmo vederlo su questi palazzi…

Buon anno a tutti!

Parigi

 

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