Come difendersi da spiagge sporche e accessi negati

di patrizia giugno 4, 2007
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La guerra tra le spiagge ha preso il via anche quest’anno. Da una parte del fronte i bagnanti e dall’altro i gestori degli stabilimenti. Oggetto del contendere: il libero accesso alla battigia per potersi godere il mare senza dover pagare il pedaggio. Quello dell’accessibilità è legge dello Stato dato che è un principio inserito nella Finanziaria 2007 lo scorso dicembre. Si legge all’articolo 1, comma 251, della legge 296/2006 “È fatto obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”. Sulla base di questa legge i Verdi hanno preparato un Manuale di autodifesa del bagnante con tutta una serie di informazioni utili su come comportarsi e chi chiamare (il Comune, i Vigili Urbani e le Capitanerie di Porto) nel caso di divieto d’accesso opposto dai gestori degli stabilimenti balneari. All’interno del manuale – scaricabile dal sito dei Verdi – sono presenti anche i moduli per scrivere le denunce in caso di negato accesso e c’è anche un elenco regione per regione degli organi da contattare. Lo scontro politico, che ha diviso la maggioranza, è scoppiato dopo che una circolare del ministero del Turismo, ha interpretato in modo restrittivo il principio assoluto contenuto nella legge, consentendo alla costa livornese, a causa della sua conformazione territoriale, di non sottostare alle leggi dello stato. Un’interpretazione a cui i Verdi si sono opposti totalmente. Come si legge nella presentazione del manuale “La situazione italiana, dal punto di vista dell’uso del demanio marittimo è una vera e propria anomalia che non ha precedenti nel mondo. La forte privatizzazione degli arenili ha portato i cittadini a non poter godere del diritto di andare al mare senza pagare un biglietto d’ingresso. Una famiglia italiana ogni giorno paga per andare al mare, spesso solo per farsi un bagno, un biglietto d’ingresso a un costo medio di 15-20 euro”.
Nel manuale sono inoltre contenute le regole, caso per caso, per andare al mare consapevoli dei propri diritti e delle proprie ragioni.

  1. Non vi fanno entrare nello stabilimento per andare al mare, o vogliono farvi pagare il biglietto, oppure vi proibiscono di stazionare temporaneamente per fare un bagno sulla battigia antistante l’area compresa nella concessione, anche se non possedete oggetti strumentali alla balneazione (sdraio, ombrellone), se non il semplice telo da mare. Avete il diritto di entrare gratuitamente, raggiungere il mare per la via più breve o quella che vi indicheranno, e decidere se fare il bagno posando i vostri indumenti, prendere il sole, purché non intralciate il passaggio dei mezzi di soccorso o il passaggio di altri, o se non desiderate fare un bagno, potete passeggiare lungo la battigia. Ricordate che la battigia è un’area esclusa dalla concessione demaniale su cui il concessionario non ha alcuna titolarità di contestare alcunché.

  2. Non vogliono farvi uscire dallo stabilimento? Come sopra.

  3. Volete vedere il mare ma lo stabilimento è chiuso e la spiaggia libera è lontana? Non c’è alcuna legge che permette a qualcuno di impedire l’accesso al mare fuori della stagione balneare. Pertanto i gestori devono lasciare la possibilità d’accesso, e se trovate chiuso è l’occasione di denunciare l’accaduto ai Vigili Urbani, e alla Capitaneria di Porto.

  4. Volete andare in spiaggia a pescare ma non sapete dove entrare? Come sopra.

  5. La spiaggia libera è sporca? La pulizia delle spiagge libere è a carico del Comune. Se la spiaggia è sporca non esitate a inviare una segnalazione o un esposto circostanziato al comune di appartenenza.

  6. La spiaggia in concessione ad uno stabilimento è sporca d’inverno? La pulizia della spiaggia in concessione è un obbligo del concessionario anche d’inverno. Segnalate il fatto al comune di appartenenza o alla Capitaneria di Porto.

  7. Quali sono gli standard di sicurezza? Ogni cento metri d’arenile ci deve essere una postazione di salvataggio con un operatore abilitato, dotato di: maglietta con scritto in maniera ben visibile “salvataggio”; fischietto; pattino o battello rosso con riportata la scritta “salvataggio” e il “nome dello stabilimento”; due salvagente anulari di cui uno munito di una corda di almeno 30 metri; una gaffa.

  8. Non viene rilasciata la ricevuta fiscale per la cabina, l’ingresso o altro. Come ogni altro esercizio, il mancato rilascio della ricevuta è una violazione della legge.

  9. Non ci sono accessi per disabili fino alla battigia. Si tratta di una violazione della legge 104 del 1992, sui diritti delle persone disabili.

  10. Sono in corso costruzioni di immobili sul demanio? Va verificato se c’è un cartello che autorizza la costruzione e inviare un esposto al comune.

  11. Ci sono fognature a cielo aperto che scaricano in mare. Inviare immediatamente un esposto alla Procura della Repubblica, alla Provincia e al Comune.

Se dovreste avere problemi, conclude il manuale, non esitate a “telefonare alle autorità. Chiedete il nominativo del responsabile dello stabilimento e procedete ad una denuncia circostanziata supportata da testimoni o spedite un esposto, oppure recatevi presso la vicina caserma dei Vigili Urbani e sporgete denuncia formale”.

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Una replica a “Come difendersi da spiagge sporche e accessi negati”

  1. dario ha detto:

    nella legge 296/2006 non esiste la locuzione “è fatto obbligo” quindi, di fatto , non esiste il principio della libera accessibilità, salvo l’aspetto dell’obbligo per le regioni di mantenere un equilibrio tra aree concesse a soggetti privati e arenili liberamente fruibili, obbligo che non risulta sia rispettato (almeno nel Lazio)
    In pratica,non vi è una tutela concreta per chi voglia accedere liberamente al mare.
    Le vostre informazioni non sono del tutto esatte.